“Ma perché essere qui è molto, e perché sembra che tutte le cose di qui abbian bisogno di noi, queste effimere che stranamente ci sollecitano. Di noi, i più effimeri. Ogni cosa una volta, una volta soltanto. Una volta e non più. E anche noi una volta. Mai più. Ma quest’essere stati una volta, anche una volta sola, quest’essere stati terreni pare irrevocabile.” Rainer Maria Rilke, Elegie duinesi Luciano Mastracci è morto. Alla sua famiglia, ai suoi amici vanno le condoglianze di italienaren.com e della FAIS. È sempre difficile parlare, scrivere sulla morte, anche per chi, come me, fa da sempre dello scrivere il suo mestiere. Questo soprattutto se scrivendo si deve commemorare la morte di un caro amico. Perché Luciano era davvero un mio caro amico. Abruzzese verace (o meglio aquilano verace), fondatore dell’associazione degli abruzzesi in Svezia, attivo nella federazione abruzzesi nel mondo e nella FAIS, ma soprattutto musicista, padre e marito affettuoso, Luciano Mastracci lascia tracce impossibili da cancellare. Ricordo la sua giovialità, la sua cordialità e, in molti casi, | Potrebbero interessarti... |
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Da quando il principe Bertil si dedicava al gioco delle ”boules” a Djurgården, è esploso l’interesse per questa disciplina sportiva. Per lo più sono incontri che hanno un carattere familiare e si disputano tra amici e parenti. Alcuni italiani parlando delle boules credono di avere giocato a bocce. In Italia le sezioni bocciofile sono numerosissime e i campi da bocce si trovano ovunque. Qui in Svezia non è così e io credo che quelli di Sickla siano gli unici campi nella zona di Stoccolma. Nei primi anni sessanta, gli italiani che lavoravano Qualsiasi individuo che, per ragioni di varia natura, lascia la terra nativa per stabilirsi in un’altra località, non appena arriva, cerca di mettersi in contatto con la comunità del proprio paese d’origine. È un fenomeno comune a tutti i popoli e che si verifica con uguale frequenza sia che l’individuo si sposti da un punto all'altro del proprio paese, sia che si trasferisca in un paese straniero. Per i numerosi emigranti che, nello scorso secolo, lasciarono l’Italia per emigrare nei paesi d’oltre oceano, creare punti d’incontro è stata una necessità L'emigrazione organizzata in Svezia è iniziata nel dopoguerra e precisamente nel 1947. A quel tempo, le industrie svedesi, non avendo subito i danni della guerra, disponevano di capannoni con parchi di macchine utensili in grado di produrre e soddisfare un po' tutti i mercati europei. Mancava la cosa più importante: la manodopera specializzata. Fu allora che gli industriali svedesi fecero pressione sul loro Governo affinché si raggiungessero accordi con il governo italiano per reclutare manodopera specializzata in Italia, per sopperire alla carenza esistente nel Paese. Infatti, i primi reclutamenti dal '47 al '50 furono gestiti in Italia da rappresentanti del Governo svedese attraverso contratti di lavoro della durata di due anni, a titolo di prova, accordati dai sindacati |
Storie di italiani in Svezia
Storie di italiane e italiani che dall'inizio del '900 ad oggi sono emigrate/i Svezia. Persone come noi, che hanno "aperto la strada" ai tanti italiani e italo-svedesi che hanno contribuito e contribuiscono a rendere la Svezia il paese che è oggi. Magari, un giorno, qualcuno scriverà di noi. Categories
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